19° Campionato Italiano Classe Vela Latina Open

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Modulo affido atleti minorenni

La vela latina

Foto Antonio Mannu

“La vela latina è la più antica e la più semplice di ogni altra. Pendente da un albero e da un’antenna, allarga la base, stringe il vertice e naturalmente da se acconciasi al centro velare ed alla spinta migliore. Linda, con poche manovre, non ha bisogno di boline, non di bracci, non di mantiglie ed è la migliore per stringere il vento.” così Alberto Guglielmotti, nel 1899, descrive l’armo velico latino che, per secoli, è stato il “motore eolico” delle flotte mediterranee adibite alla pesca costiera e al piccolo cabotaggio.

La vela latina ha foggia triangolare. E’ formata dall’antenna, lungo pennone di legno al quale viene legata la vela principale, la “vela maestra”. L’antenna, fissata all’albero o palo, da una cima detta “trozza”, viene issata tramite una drizza chiamata amante, o sciunco. Le altre manovre sono la balanzina, che sostiene la parte terminale poppiera dell’antenna, il carro (o caro) e l’orza, che servono a regolare, da sopravvento e da sottovento, la posizione dell’antenna, quindi della maestra. La vela latina ha origini antiche, probabilmente risalenti all’Antico Egitto o al Levante; si è poi diffusa ampiamente nel Mediterraneo, ed era utilizzata dai Fenici, dai Greci e dai Romani. Nonostante il suo declino, determinato dalla comparsa dell’attrezzatura aurica prima e bermudiana poi, in molti paesi del bacino meridionale del Mediterraneo viene ancora utilizzata nelle flottiglie da pesca. In Italia è stata d’uso comune sino all’avvento del motore.

Oltre quaranta anni fa in Sardegna è cominciata una stagione di rinascimento per quest’attrezzatura bella ed elegante. Una prima regata, organizzata a fine anni 70 a Stintino, un borgo marinaro che si affaccia sul golfo dell’Asinara, ha dato vita a una rinnovata attenzione, generando un movimento virtuoso di recupero della tradizione e cultura marinaresca. Da qui la fioritura di una riconsiderazione per la vela latina e per un patrimonio materiale e culturale che non deve essere disperso; un’onda latina che, dalla Sardegna, si è propagata per l’intero Mediterraneo e oltre, toccando le sponde della Tunisia, coinvolgendo la Liguria, la Campania, la Sicilia, le Puglie e l’Adriatico, sino alle coste e alle isole croate; la Costa Azzurra in Francia, dove a  Saint-Tropez, dal 2001, viene organizzato, ogni primavera, l’evento “Les Voiles Latines de Saint-Tropez”; le Baleari e la Catalogna, dove il fermento è importante: nel 2024 una rappresentanza della flotta catalana e delle Baleari è arrivata in Sardegna, per partecipare al Trofeo Città di Alghero – prima Trobada Latina de l’Alguer. Perché la vela latina non è soltanto uno splendido ed efficiente armo velico; é storia millenaria, mezzo agile e tangibile di scambi di civiltà e culture, di relazioni condivise, anche di conflitti che, per secoli, ha attraversato il Mar Mediterraneo e i mari del mondo.

Nel tempo, sono nate tante iniziative, in Sardegna e altrove, al fine di preservare questa ricchezza e favorirne la valorizzazione: manifestazioni veliche, eventi promozionali, scuole di vela specialistiche, attività didattiche, progetti di recupero e di restauro, che hanno dato un nuovo impulso alla cantieristica tradizionale, coinvolgendo non pochi mastri d’ascia, anche per la costruzione di nuove unità.

L’isola della Maddalena ospiterà quest’anno il “Campionato Italiano di Vela Latina” e la manifestazione “Vele Latine alle Bocche”, nel cui ambito, oltre al Campionato, sarà organizzata la Rotta dei Contrabbandieri / Route des Contrebandiers, una manifestazione velica internazionale, disputata più volte in passato, che unisce, in una sorta di gemellaggio marinaresco, la città di Maddalena a quella corsa di Bonifacio. L’Arcipelago della Maddalena, luogo di incantante bellezza paesaggistica, è conosciuto nel mondo per la sua naturale  vocazione alla pratica della navigazione a vela, intesa sia come attività ludica che come impegno agonistico e sportivo. Ospita  una flotta di grandi legni armati a vela latina, comunemente definiti Velieri. Si tratta di grandi gozzi che sono spesso utilizzati, durante la stagione estiva, per il noleggio e le gite tra le isole: un modo antico e nuovo per fruire, con la giusta lentezza, delle meraviglie del paesaggio marittimo dell’Arcipelago. Sull’isola sono ancora attivi tre cantieri navali tradizionali: il Cantiere Caprera di Davide Del Giudice, il Cantiere Vincenzo Carrano e il Cantiere Francesco Esposito.

 

Si naviga tra Sardegna e Corsica.

C’è un po’ di mare

e la barca appruata scarricchia.

L’equipaggio dorme. Ma due

vegliano nella mezzaluce della plancia.

 Mario Luzi.

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